ANNO 14 n° 118
Cinque indagati per omicidio colposo
Si tratta di Sebastiano Reveglia responsabile della sicurezza della Kyklos,
Andrea Pula e Alessandro Filippi, legali rappresentanti della Eco-Spazio 2000
e della Kyklos, Danilo e Davide Mira, datori di lavoro dei due operai morti
31/07/2014 - 22:30

LATINA - Cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Latina in relazione alla morte di Roberto Papini, quarantadue anni, e Fabio Lisei, quarantaquattro anni, i due operai di San Lorenzo Nuovo uccisi lunedì scorso dalle esalazioni tossiche nell'impianto della Kyklos di Aprilia (Latina). Nei loro confronti, il pubblico ministero Luigia Spinelli, titolare dell'inchiesta, ha ipotizzato il reato di concorso in omicidio colposo.

I cinque indagati sono: Danilo e Davide Mira, padre e figlio, titolari della ditta omonima, datori di lavoro delle vittime; Sebastiano Reveglia, responsabile della sicurezza all'interno dell'impianto della Kyklos; Alessandro Filippi, legale responsabile della medesima società, controllata al 51% dal Gruppo Acea; Andrea Pula, legale rappresentante della Eco-Spazio 2000, l'impresa incaricata del trasporto del percolato dall'impianto della Kyklos ai centri di trattamento, che aveva subappaltato parte dell'attività alla Mira di Orvieto.

La Eco-Spazio 2000 è la società che ha ottenuto dalla Kyklos (titolare dell'Impianto di Aprilia, a sua volta controllata dal Gruppo Acea) l'appalto per il trasporto del percolato nei centri di stoccaggio e di trattamento; la Mira è la ditta per la quale lavoravano i due operai uccisi dalle esalazioni tossiche fuoriuscite da un'autocisterna lunedì scorso, alla quale la Eco-Spazio 2000 subappalta, periodicamente, il trasporto del percolato.

L'iscrizione dei cinque sul registro degli indagati è precedente alla scoperta di un'abnorme concentrazione di acido solfidrico nelle vasche di accumulo del percolato. Scoperta che ha impresso una svolta nelle indagini e che ha portato al sequestro preventivo della Kyklos, disposto dal pubblico ministero con un provvedimento urgente che ora dovrà passare al vaglio del giudice per le indagini preliminari.

Secondo i tecnici dell'Arpa Lazio, che hanno consegnato l'altro ieri la loro relazione al magistrato, sarebbe stato proprio l'acido solfidrico, miscelato con il percolato, sostanza di per sé non pericolosa, tanto da non essere classificato come tossico, a innescare il micidiale mix che, in pochi secondi, ha ucciso Papini e Lisei.

''L'acido solfidrico a elevata concentrazione - hanno scritto i tecnici nella loro relazione - è caratterizzato da una spiccata tossicità e, in quantità superiore alle 1000 parti per milione, provoca il collasso immediato per soffocamento anche dopo un singolo respiro''.

Informato dei risultati degli accertamenti dell'Arpa, l'avvocato Angelo Di Silvio, difensore di Danilo e Davide Mira, ha immediatamente chiesto e ottenuto dal pubblico ministero il sequestro preventivo dello stabilimento Kyklos. Sequestro che è stato disposto l'altro ieri pomeriggio e subito eseguito.

Nel frattempo, proseguono le indagini dei carabinieri per verificare il rispetto di tutte le norme di sicurezza durante lo sversamento del percolato negli automezzi. Così com’è ancora da accertare per quale ragione, al momento dell’incidente, una delle due vittime fosse salita sopra la cisterna. Probabilmente voleva aprire la valvola per dare aria e accelerare la manovra. Un intervento tanto inconsueto quanto fatale: proprio dalla valvola sarebbero infatti uscite le esalazioni con tutta probabilità innescate dall'acido solfidrico che hanno ucciso lui e il suo collega. Se nelle vasche ci fosse stato, come avrebbe dovuto essere, solo percolato, la tragedia non si sarebbe compiuta.

''Dalle motivazioni che hanno portato al sequestro dell'impianto - ha commentato l'avvocato Di Silvio - emerge un quadro totalmente diverso da quello tracciato nell'imminenza dei fatti. Ora è chiaro - ha aggiunto - che i miei assistiti sono vittime inconsapevoli di quanto è avvenuto nell'area della Kyklos. Né le povere vittime né i loro datori di lavoro potevano immaginare che nelle vasche ci fosse una sostanza altamente tossica qual è l'acido solfidrico''.

Per avere un quadro completo della situazione è comunque necessario attendere l'esito dell'autopsia eseguita ieri e degli accertamenti tossicologici. Esito che sarà depositato in procura entra una sessantina di giorni. Il perito della Procura della Repubblica e quelli di parte, hanno ultimato intorno alle 20 di ieri sera l'esame autoptico su uno dei corpi. E' quindi ragionevolmente prevedibile che la seconda autopsia si è protratta fino a notte fonda. 

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